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CONVENTO BOSCO AI FRATI

Superato il ponte sulla Sieve in direzione Scarperia, poco dopo il semaforo una stradella sulla sinistra, fra poderi e case coloniche di suggestiva  bellezza  porta in breve il Convento del Bosco ai Frati.

Fondato dagli Ubaldini prima del Mille, venne affidato ai frati Basiliani e poi, da questi abbandonato, fu definitivamente donato, assieme ad un considerevole appezzamento di terreno boschivo, a S. Francesco che, nel 1212 vi fondò uno dei più importanti monasteri francescani. 

Nel 1273 vi dimorò San Bonaventura, cui è intitolata la Chiesa, e che qui ricevette   da  Papa  Gregorio  X   la porpora cardinalizia.

Era intorno al 1420 quando Cosimo dei Medici acquistò con altre proprietà anche il convento e ne affidò la ricostruzione al suo architetto di fiducia, Michelozzo Michelozzi, il quale con materiali poveri e di nessuna appariscenza  riuscì a realizzare un rustico dalle linee essenziali e dall’equilibrio perfetto che rispecchia fedelmente lo spirito francescano. 

Nella “Stanza dei Medici” è allestito un piccolo museo d’arte sacra del XV - XVIII sec. dove sono conservati antichi arredi sacri, libri, incunaboli, calici e reliquiari e l’antica campana bronzea del convento.  

Fra  le   opere   d’arte,  sculture in legno e dipinti, spicca uno splendido crocifisso ligneo di Donatello la cui bellezza coinvolge  anche  il visitatore  più distaccato.

Nella sacrestia, oltre ad un bellissimo cassettone, dono di Cosimo il Vecchio, si trova un crocifisso ligneo di Benedetto da Maiano.  Sempre al piano terra c’è un loggiato simile a quello della facciata ma assai più spazioso, dal quale si accede al pozzo del Michelozzo e al leggendario corniolo della berretta cardinalizia di S. Bonaventura.    

Anche ai piani superiori sono conservati arredi sacri, dipinti su tela e su tavola, ceramiche di Cafaggiolo, antichi attrezzi da cucina, ecc.

In questo prestigioso Edificio Giglio Ascensori conferma la Sua vocazione ;  infatti ha installato un elevatore per l'abbattimento delle barriere architettoniche aggiungendo alle proprie installazioni in edifici storici un ulteriore "gemma" della Toscana.

  

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